Le tenebre squarciate dalla luce: racconto di Carlo De Amicis
Quando la tristezza mi colpisce il cuore Ascolto, guardo e cammino con il tuo sorriso nella mia mente e il tuo dolore nella mia memoria e, dentro di me, sento il dolore dei miei fallimenti e della mia estrema goffaggine.
Quando la tristezza visita la mia anima, odo pappagalli cantare sulle palme, e abbraccio il nulla e verso il nulla continuo a camminare. Sorrido al sole e al mare, in pace e allo stesso tempo in guerra con la mia vita, con la mia solitudine. Mentre sorrido piango su ciò che avrebbe potuto essere, su ciò che forse potrebbe ancora essere su ciò che sicuramente dovrebbe essere.
Smarrito, cammino senza meta.
Cammino senza meta, con i miei dolci ricordi, sopraffatto dalla paura. Le onde monotone di questo strano autunno mi cantano una ninna nanna mattutina.
Quanto sei bella nella mia mente, quanto sei bella … E quanto è dolorosa la tua assenza.
«Possano le onde del nostro mare continuare a cantare, possano continuare a cantare il loro inno alla vita, la vita che sembra sfuggirmi oggi«.
Da lontano sento il canto delle sirene «Legami ti prego, grido, perché il mare non mi inviti all’oblio e al nulla, a perdermi eternamente tra le sue onde. No! No! No!»
No, non era una sirena che cantava Era un’ombra, la sua ombra che cantava dolcemente una bellissima melodia.
«Non arrenderti, figlio della luce – mi sussurra – non arrenderti, ci sono ancora molte persone che hanno bisogno di te, e questo mondo ferito ha bisogno di te «.
«Non arrenderti, figlio della luce, sei un faro, un piccolo faro, circondato dall’oscurità assoluta. Ma no, non spegnere la luce, per favore, e non temere la notte, perché sei un bellissimo faro e sai che hai salvato più di un navigatore « Poi la sua ombra tacque e solo la notte rimase al mio fianco, una notte buia.
‘Dove posso andare adesso? – ho pensato – Come troverò la strada?» All’improvviso vidi, in lontananza, la fioca luce di due candele che si abbracciavano Mi sono avvicinato a loro c’erano due candeline poste su una torta di mele su cui qualcuno aveva scritto «Irma e Luigi».
Ho provato quella deliziosa torta e più candele sono apparse per guidare la mia passeggiata. Ricordo solo alcuni dei nomi scritti sulle candele Anna, Silvio, Ginevra, Mario, Paola Ana, Giovanni Beatrice Saverio, Carmen, Alessandra, Florencio, Nando, Rosa, Francesco, Socorro, Miguel, Ana Mari, Silvano, Elena, Emmanuele, Bruno. Candela dopo candela, nome dopo nome, ho fatto tanta strada, mentre un turbine di emozioni e di ricordi mi attraversava l’anima. L’ultima candela era accanto a un’Edelweiss. Mi sono fermato a contemplare la bellezza di quel fiore, quella Stella Alpina. Fu in quel momento che, dietro le montagne che mi circondavano, apparve il volto di fratello Sole che illuminava quei monti pallidi
Ero in cima a una montagna, ero stato guidato da piccole candele, lungo un sentiero pericoloso ed ero arrivato lì, dove il sole e una strana nuvola a forma di carciofo sembravano sorriderni, così mi sono detto “what a wonderful world».